Collages

La carta è elegante e multiforme, suona bene, è un materiale fragile e mai invadente, si piega, si accartoccia e si riapre, crea texture e può essere riciclata.

Ho cominciato a fare collage perché è come tentare di rimettere insieme i cocci delle esistenze e ricercare la propria identità: un collage è quello spazio di puro caos che si trova a metà tra il frenetico e il doloroso. Forse anche per questo ho usato le parole della lettera d’addio di Virginia Woolf al marito Leonard in varie composizioni.

Amo i collages non sono mai definiti, possono cambiare, puoi usare di tutto per farli, anche la spazzatura. Sono flessibili perché possono essere modificati anche dopo anni, e generalmente divenire sempre più belli, la composizione è liberata da tantissime catene e le mani vanno dove vogliono provando cose senza meta.

Gesso, carta, tessuto, colla, colori acrilici e inchiostri vanno a creare , strato dopo strato le composizioni, spesso unite da sottilissimi fili da imbastire o semplici tocchi di scotch di carta in un equilibrio fragile e delicato, figlio delle incertezze vulnerabili ed impermanenti, da sempre celebrate nell’estetica giapponese.

Paper is elegant and multifaceted; it sounds beautiful, is a fragile and unobtrusive material, can be folded, crumpled, and reopened, creating textures and is recyclable.

I started making collages because it’s like trying to piece together the shards of existence and search for one’s identity: a collage is that space of pure chaos found halfway between the frenetic and the painful. Perhaps this is also why I used the words from Virginia Woolf’s farewell letter to her husband Leonard in various compositions.

I love collages because they are never defined; they can change, and you can use anything to make them, even trash. They are flexible because they can be altered even after years, generally becoming more beautiful over time. The composition is freed from many constraints, and the hands go where they want, experimenting without aim.

Gypsum, paper, fabric, glue, acrylic colors, and inks create, layer by layer, compositions often joined by the thinnest basting threads or simple touches of paper tape in a fragile and delicate balance, a product of vulnerable and impermanent uncertainties, which have always been celebrated in Japanese aesthetics.

Queen Alexandra

Memento mori

Leonard Dearest 8

Queen Alexandra #2

Decostruzione

Louisa Casati 1957

Leonard Dearest 9

Leonard Dearest 3

Letter to Olga

Leonard Dearest 1

Leonard Dearest 5

25 dicembre 1917

Leonard Dearest 6

Studio per lungo inverno

Belle speranze

Leonard Dearest 7

Studio per Ithaka

Impermanenza

Amicizia

Leonard Dearest 4

Leonard Dearest 2